Festeggiare la donna l’8 marzo rischia di essere retorico e banale, ma forse glissare tout court tale ricorrenza non rende merito alla metà rosa del mondo. E così la Compagnia del Calice ha dedicato alle proprie socie e amiche la serata “Donne DiWine”, offrendo la testimonianza di quattro tenaci, intraprendenti, operose e bellissime ladies impegnate nel mondo del gusto: le alessandrine Anna Poggio, Donatella Giannotti e Agata Marchesotti e, dal Madagascar, Edith Jaomazava. Non solo vini nella nostra serata, proposti da Anna e Donatella, ma anche spezie e formaggi rispettivamente di Edith e Agata.

Già, perché oltre alle ottime bottiglie proposte dalla Cascina La Maddalena, azienda fondata e guidata da Anna in quel di Ovada, e dalla Cascina Montagnola, sogno di Donatella realizzato a Viguzzolo, abbiamo assaporato gli splendidi formaggi della Val Borbera proposti da Agata del caseificio/agriturismo Vallenostra, tra cui il celeberrimo quanto raro Montebore, e i profumi e sapori delle spezie del Madagascar, vendute nella bottega di Borgo Dora a Torino da parte di Edith con il progetto SA.VA.

Donne DiWine 2

Ma il parterre de roi della serata si è arricchito anche di una “prima donna” di tutto rilievo, l’istrionico enologo, Giovanni Bailo, che ha guidato e accompagnato gli 80 ospiti nella degustazione, dispensando aneddoti e curiosità che hanno impreziosito gli abbinamenti cibo-formaggi proposti. Eccoli:

  • Colli Tortonesi Cortese – Dunin (Cascina Montagnola) e Mollana fresca (vaccino)
  • Colli Tortonesi Timorasso – Morasso (Cascina Montagnola) e Montebore fresco (misto vaccino-ovino)
  • Monferrato Rosso Merlot – Pian del Merlo (Cascina La Maddalena) e La Capra (caprino)
  • Dolcetto d’Ovada – Bricco del Bagatto (Cascina La Maddalena) e Cadetto di Montebore (ovino)
  • Blend Barbera e Merlot – Bricco della Maddalena (Cascina La Maddalena) e Montebore mezzano
  • Chardonnay da uve stramature – Sornione (Cascina Montagnola) e Montebore stagionato

La serata è stata un susseguirsi incalzante di profumi e sapori, alla scoperta dei prodotti di queste testimonial d’eccezione ma soprattutto delle  loro esperienze, di vita e professionali, rivelatesi in un gioco di interviste sapientemente proposte e condotte nel corso della serata dalla “quota rosa” della Compagnia, Irene e Nicoletta.

Donatella, molto più a suo agio davanti al pubblico di quanto lei volesse farci credere, ci ha raccontato della sua scelta di vita e di cuore che da Milano l’ha portata nel sud del Piemonte a produrre ottimi vini, e a “creare” novità ad ogni vendemmia. Una sua riuscitissima creazione: il Sornione, vino amabile da uve chardonnay “dimenticate” sulla vite, una dimenticanza, per una volta, davvero provvidenziale!

Inoltre, ci ha raccontato del suo Timorasso, dall’omonima uva coltivata esclusivamente nei Colli Tortonesi. Un’uva di origine antichissima, che per lungo tempo non fu vinificata per la sua resa piuttosto bassa e per la sua natura fragile, oggi restituisce un vino di grande longevità e carattere, con un tono minerale non comune nei bianchi italiani.

La seconda produttrice di vino, Anna, più riservata, dietro le quinte ci ha affascinato con la sua avventura che l’ha avvicinata al vino. In un primo tempo socia quasi per caso della cascina La Maddalena, quando si è ritrovata unica proprietaria ha capito che era il momento di lasciare la vita di città per dedicarsi all’azienda. Oltre ai suoi vini, molto apprezzati, si è dedicata con impegno alla sua maggiore creazione: il progetto di accoglienza “Bed & wine”, è il valore aggiunto della tenuta che spinge tanti ospiti a tornare a trovarla.

A questo punto è stato il turno di Edith, affettuosamente chiamata dalla compagnia “La Maga delle Spezie” e forse lo è davvero…

Madre di 4 figli, appartiene ad una famiglia che da 4 generazioni produce spezie in Madagascar, tra cui il loro cavallo di battaglia: la pregiatissima vaniglia Bourbon dell’isola, oggi utilizzata dalle migliori gelaterie di Torino.

Edith è stata insignita nel 2010 del prestigioso riconoscimento “Money Gram Award” che premia l’imprenditoria immigrata dell’anno, giustamente assegnatole considerando che ad oggi la sua attività dà lavoro a ben 300 persone in Madagascar, un risultato davvero notevole! Il suo punto di forza è commercializzare spezie direttamente con il produttore, il suo negozio in Borgo Dora rappresenta l’unico intermediario tra produttore e consumatore.

Grazie alle sue spezie abbiamo giocato insieme a riconoscere all’olfatto 5 aromi rigorosamente coperti; in un clima di entusiasmo e sana competizione un ex equo di tre persone ha indovinato le essenze scelte da Edith: Curcuma, Curry, Pepe Sevaltico, Citronella, e la Combava (Lime essiccato e tritato). Il più fortunato estratto a sorte si è aggiudicato una bottiglia di Timorasso.

E “dulcis in fundo” mentre degustavamo il Sornione abbinato ad un Montebore (molto) stagionato, Agata ci ha raccontato la storia di questo formaggio raro per non dire quasi unico! Chissà quanti hanno già avuto l’opportunità di conoscere e, soprattutto, assaggiare questo presidio Slow Food, dalla forma a tronchi di cono sovrapposti, il cosiddetto “castellino”.

È un formaggio dalla storia millenaria, nato nelle abbazie benedettine, apprezzato da Leonardo da Vinci e che ha vissuto alterne fortune; la produzione fu interrotta dopo la seconda guerra mondiale, grazie alla passione di pochissime persone come Agata si è ricominciato a produrre, seppur in quantitativi limitati. Agata ci ha insegnato che è stato il formaggio a cercare lei, qualche hanno fa, e non viceversa, lei ha semplicemente sentito quell’energia, che non si è mai spenta in oltre 1000 anni!

Affascinati dalla sua storia e dalla sfida quotidiana di Agata, la Compagnia del Calice ha annunciato durante la serata la decisione di “allargare la famiglia”: la new entry è una pecora da Montebore adottata grazie alla bella iniziativa proposta dall’azienda Vallenostra; i Compagni potranno andare a conoscerla in estate ospitati nell’agriturismo e accolti da Agata e dalla sua rinomata cucina della Val Borbera. Come in tutte le famiglie però ogni membro deve avere un proprio nome, ed è venuto naturale condividere la scelta con gli ospiti della serata, Max ha chiesto ai presenti di scegliere tra tre nomi possibili: Barrique, Tannina e Cocca (crasi di COmpagnia del CAlice!). La votazione ha decretato inequivocabilmente il nome vincitore: la Pecora della Compagnia sarà Tannina! Sei la benvenuta!

Nel corso della allegra serata abbiamo conosciuto davvero dei prodotti eccellenti, tra questi meritano una nota l’intenso e affascinante Timorasso (dall’importante struttura alcolica e acidità che permettono una straordinaria longevità in un vino bianco) ed il profondo e strutturato Bricco della Maddalena (complesso ed etereo al naso, avvolgente e persistente al palato).

I giudizi positivi su questi due vini sono stati confermati anche dai presenti che hanno dimostrato un vivo apprezzamento per i  due vini.

Donne DiWine Valutazioni

Da segnalare anche l’ ottimo giudizio ricevuto dal vino Sornione (e che io condivido in pieno!) un prodotto equilibrato, di grande eleganza ed ampiezza, con ottimo equilibrio tra zuccheri residui e acidità.

Il Direttivo a chiusura di serata ha omaggiato tutte le donne presenti di un pensiero, ovviamente nella filosofia della Compagnia: una bottiglia di vino, così si ricorderanno ancora della serata e delle donne DiWine conosciute, che ormai sono amiche da rincontrare presto per nuovi progetti!

Alleghiamo infine il link alla brochure della serata:

Donne DiWine Brochure

              Irene