Venerdì 12 settembre, reduci dalla pausa estiva, nuovi e vecchi amici della Compagnia del Calice sono stati accolti … dallo sguardo sbarazzino della mucca del Bettelmatt!
È cominciato così il nostro viaggio ideale verso il cuore della Alpi, alla scoperta dei nebbioli (e non solo!) e dei formaggi dell’estremo Nord Piemonte. Con tre guide d’eccezione: Christoph Künzli della cantina Le Piane di Boca, Marco Garrone delle Cantine Garrone di Domodossola e Giovanni Tacchini della Latteria Sociale Antigoriana di Crodo.
Marco Garrone è il giovane ed appassionato rappresentante delle cantine di famiglia, che hanno una lunga tradizione nella produzione di vini locali della Val d’Ossola ma anche come “importatori” in valle di vini del Basso Piemonte, zona di cui la famiglia è originaria. 
Marco ci guida nell’assaggio del primo vino della serata, il Munaloss 2013 (nebbiolo 50%, croatina 30%, barbera 20%).
Questo autentico vino di montagna rappresenta la gran parte della produzione ossolana, ed è perfetto per accompagnare con la sua viva freschezza la grassezza di formaggi e salumi locali: dal colore rosso rubino brillante, offre intensi aromi vinosi e di frutta rossa fresca conservati dal breve affinamento in acciaio, poi un corpo snello e scattante, con alcolicità moderata (12°), tannini croccanti e piacevoli e una buona sapidità. Lo abbiniamo alla tipica mortadella ossolana: il nome non inganni, si tratta di un salame piegato a metà (quando si affetta rimane la fetta doppia) con aggiunte di fegato di maiale e vin brulé, che donano un’aromaticità intensa: un buon inizio, non c’è che dire!
Ora a presentarsi è Christoph, svizzero e importatore in Svizzera di vini italiani, che si è innamorato dell’Italia ma … passato il Monte Rosa non ha fatto molta strada per trovare il suo luogo dell’anima! A metà anni ’90 rimane folgorato dai vini di Boca, capisce che questo è IL suo posto, rileva (insieme all’amico Alexander Trolf, nel frattempo scomparso) le vigne di uno storico produttore di Boca, Antonio Cerri. 
Degustiamo il Mimmo 2011, il vino base di Le Piane, classificato come vino da tavola rosso. Il nome è una dedica ad un anziano del paese, esperto viticoltore, che collaborò per anni con l’azienda ed è recentemente scomparso. L’uvaggio, nebbiolo 65%, croatina 30%, vespolina 5%, è simile a quello del Boca ma con una consistente presenza di croatina. Lunghe macerazioni (30 giorni) per il nebbiolo, più brevi per gli altri vitigni, poi affinamento per 2 anni in legno di ciascun vino-monovitigno prima dell’assemblaggio finale. Uno splendido vino base, con la grande struttura del fratello maggiore ma un filo meno di speziatura a favore di un floreale e un fruttato più immediati.
L’abbinamento è con il Riserva Dicrodo della Latteria Sociale Antigoriana di Crodo, con cui entra in scena un altro vero mattatore della serata, Giovanni Tacchini, direttore della Latteria. 
Proseguiamo con il Tarlap 2012, Valli Ossolane Rosso DOC (Merlot 100%) di Garrone. Marco ci spiega come il nome derivi dall’oratorio della Madonna del Tarlàp (in dialetto “un goccio”) nella frazione di Calice (nomen omen!) di Domodossola, che si dice protegga dalle intemperie in maniera prodigiosa i vigneti che la circondano. Vinificato in acciaio e affinato 6 mesi in botte grande di legno, è di colore rosso rubino intenso con qualche riflesso aranciato. Al naso regala le note erbacee tipiche del merlot, altre vinose e un piacevole fruttato di prugna e amarena ancora fresche. In bocca conferma la propria giovinezza con una freschezza molto territoriale che contrasta la tipica morbidezza del vitigno, il tutto completato dalla buona struttura alcolica (13°) e tannica.
Lo abbiniamo alla favolosa pancetta ossolana prodotta dai Salumi del Divin Porcello di Masera: sale, pepe, spezie e almeno una dozzina di erbe alpine, ci danno una dimostrazione di come un salume normalmente considerato “a buon mercato” possa trasformarsi in un capolavoro!
Il quarto vino della serata è il Piane, Colline Novaresi DOC 2011 di Christoph.
A Giovanni si illuminano gli occhi mentre ci racconta che il Bettelmatt si produce esclusivamente in alpeggio nel periodo che va da luglio a settembre, con latte crudo intero di vacche di razza bruna alpina, in soli 7 alpeggi delle valli Antigorio e Formazza – Morasco, Kastel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno, Sangiatto – tutti situati ad altitudini tra i 1800 e i 2400m s.l.m. (per confronto, l’Ossolano d’alpe si produce in un’area più ampia e anche in alpeggi al di sotto dei 1800m). La stagionatura varia dai 60 giorni a un massimo di un anno, in forme cilindriche di circa 30 cm di diametro e scalzo di 6 cm, di 4-6 Kg, con marchiatura a fuoco del consorzio. La pasta, dal colore che varia dal giallo paglierino all’oro con la stagionatura, è compatta e con occhiatura piccola e fitta, di consistenza elastica e untuosa grazie alla lavorazione di un’unica mungitura di latte intero con elevato tenore di grasso. Il Bettelmatt Sangiatto degli Olzeri è di inizio estate, ha quindi circa 2 mesi di stagionatura ed è giovane, aromatico ed elegante: evidenti i sentori erbacei di pascolo ed erbe d’alta montagna, ma anche quelli “di alpeggio” e di crema e resine; in bocca ritornano le stesse sensazioni avvolte dalla dolce grassezza e dalla sapidità delicata, con un’idea di nocciola tostata e un piacevole finale leggermente amarognolo.
Ci avviciniamo al gran finale: si parte con il Prünent, Valli Ossolane Nebbiolo Superiore DOC 2011 di Garrone: 100% prünent, il clone autoctono di nebbiolo che è citato per la prima volta in un testamento del 1309.
Deve forse il suo nome al latino pruina = brina, con riferimento sia alla caratteristica tonalità della buccia sia al periodo della vendemmia (fine ottobre) nel quale i vigneti montani dell’Ossola al mattina sono ricoperti di brina, oppure al prunum (susino, prugno), connesso al sapore del vino oppure all’antica tradizione di coltivare la vite maritata agli alberi da frutto. Il Prünent fermenta in acciaio con macerazione sulle bucce di almeno 10 giorni, poi dalla primavera – dopo la malolattica – riposa per 12 mesi in barrique e infine altri 12 mesi in bottiglia. I magnum che Marco ci ha portato ci regalano una vera emozione: appena sceso nel calice questo vino ci stupisce per la sua limpida eleganza: rispetto ad altri nebbioli il colore è più vivo, un bel rubino anche se non mancano i riflessi granata; al naso finissime note di viola e rosa secche, poi lampone, mirtillo, prugna, netti e persistenti, note di vaniglia e un filo di pepe bianco, infine una nota minerale. Altrettanto fine in bocca, è caldo (13,5°) ma ben fresco da buon vino di montagna, con tannini davvero vellutati ed una piacevole sapidità.
Un formaggio di grandissima personalità, per un abbinamento che ricorderemo a lungo sia col Prunent sia con l’ultimo vino della serata: il Boca DOC 2009 di Le Piane. 
Che emozioni! Un grazie di cuore a Christoph, Marco e Giovanni per la passione e la professionalità con cui hanno arricchito questa serata. Un grazie anche a Luca Olzeri e all’Associazione Produttori Formaggio Bettelmatt e infine … un arrivederci a Christoph Künzli per la verticale di Boca Le Piane del 30 gennaio 2015, che già si preannuncia memorabile!
Giorgio


