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La nostra amica Erika, una dei partecipanti alla serata di venerdì 8 luglio 2016, così racconta del nostro evento tra Freisa e Vermouth:

In un venerdi estivo, caldo,  dalle luci romantiche la Compagnia del Calice sceglie l’Azienda Balbiano letteralmente la “Cantina del Freisa”  per regalare ai propri soci una serata speciale in cui poter scoprire le sfumature di questa cultivar abbinata ai cocktail a base di Vermouth Anselmo.
Certamente si tratta di una serata dal DNA torinese in cui è doveroso concentrarci sulla storia di questi prodotti, la loro origine, e perché incessantemente continuiamo a ricercarli, forse perché veri, forse perché “semplici”, tradizionali…

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Insieme a Luca Balbiano, la terza generazione vivente “nata nel Freisa”, come dice lui, ci dirigiamo nelle cantine per una rapida visita dei locali in cui avvengono le fasi di  fermentazione dei vini. Fino a qui, tutto rientra in un modus operandi “da manuale” salvo poi il proseguire con la visita nel museo delle “Contadinerie” prima e del “Giocattolo” poi. La mente inevitabilmente viene catapultata in un mondo parallelo, in un’Isola che non c’è in cui i ricordi prendono forma e gli interrogativi annebbiano la mente come un vino con troppa solforosa (ndr). In questi locali si trovano una miriade di oggetti da collezione, oltre 1500, e giocattoli di ogni tipo, 600 pezzi ca, tra i quali risulta impossibile dimenticarsi di un Pinocchio in legno, il preferito dal Generale di Casa Balbiano, Francesco,  e la prima versione di Slot machine. I locali, inaugurati nel 1990 dopo un lungo lavoro di restauro a cura dell’Architetto Enzino Solaro sono oggi un museo che completa la filosofia di vita di questa famiglia in cui ritroviamo l’entusiasmo e l’energia di un bambino, nei giocattoli e l’expertise nelle sale arredate con attrezzi da lavoro “contadini”, una visione materiale di 25 anni di ricerca.

Ritornati nella “superficie terrestre” ci trasferiamo in un modernissimo locale, un prisma, costruito per  ospitare degustazioni, eventi e cerimonie. Il giovane Luca Balbiano, già Presidente del Consorzio di Tutela delle DOC Freisa di Chieri e Collina Torinese prende la parola e ci racconta come l’uva Freisa sia parte di lui, di Chieri nonché imparentato con il tanto “decantato” Nebbiolo, figlio minore di un titanico papà dal carattere robusto, acido e tannico ma  con angoli morbidi, se smussati bene.

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Tra il ‘600 e il ‘700 la Freisa era “come il prezzemolo” veniva prodotta e consumata dalla borghesia con terre nominate negli atti pubblici come “vinee ultra padum”, le vigne oltre il Po. Queste “Vigne” sono diventate poi “Ville” e a una in particolare, magica, dedicheremo il giusto spazio più avanti.

Dopo la degustazione dello Spumante Brut Rosè Chiulìn, il Freisa di Chieri DOC Frizzante e il Friesa di Chieri DOC Superiore Barbarossa il testimone viene passato a Giustino Ballato uno dei giovani soci di Anselmo Vermouth il quale dopo una scrupolosa ricerca e il ritrovamento di uno dei marchi storici di questo vino liquoroso aromatizzato ha deciso di rilanciarlo, recuperando la ricetta originale del 1854 che vanta la presenza di ben oltre trenta erbe.

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Oltre alle versioni lisce Rosso e Riserva ci si è fatti deliziare ed ammaliare dalle gesta del barman di Affini, Michele Marzella che live ha preparato un paio di squisiti cocktail a base Freisa e Vermouth, of course. Ed è stata la volta dell’Americano sbagliato – cocktail a base di Freisa di Chieri frizzante 2015 Balbiano, Vermouth Anselmo Riserva, Liquore Alpestre, Biancosarti e de Il Barbarossa, cocktail a base di Freisa di Chieri Superiore Barbarossa Balbiano in infuso di spezie, Vermouth Anselmo Rosso, Bourbon Whiskey, Bitter alla menta.

La serata si è poi conclusa con chiacchiere, saluti e qualche “secondi giri” di alcune delle proposte di cui sopra, in un alone quasi di dispiacere perché si dovrà aspettare la fine dell’estate prima di un altro evento del La Compagnia del Calice!  – Erika Mantovan